VITTORIA ASSEMBRI
Simposio a Salina, con e per cuori sacri che accolgono spalancati
Simposio a Salina, con e per cuori sacri che accolgono spalancati" is a poetic and political act of re-mapping and inhabiting the island.
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Il progetto di residenza di Vittoria Assembri dal titolo “Simposio a Salina, con e per cuori sacri che accolgono spalancati” è un atto politico e poetico. L’artista ri-mappa l’isola, individuando una serie di luoghi (intesi come stanze temporanee) e sperimentando nuove forme di abitabilità, dove si mischiano saperi antichi e magia, dove convivono differenze e contaminazioni. Si instaura così un legame affettivo con il territorio e con gli abitanti, si stabiliscono alleanze, si sciolgono le dicotomie tra selvatico e domestico, tra pubblico e privato, si sperimentano diverse identità e corporeità. La ricerca si sviluppa attraverso la pratica del field recording, dove il risultato è un espansione del paesaggio sonoro stratificato. Le registrazioni delle pratiche attivate con gli abitanti, invitati a partecipare attivamente ad un simposio magico spontaneo, tramite pratiche individuali e collettive di poesia diffusa, di progettazione di rifugi utopici, di scambio di saperi e di ricette, si orchestrano insieme per dare vita ad un archivio generativo di possibilità prolifiche di abitare l’isola.
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The residency project of Vittoria Assembri, titled "Symposium in Salina, with and for sacred hearts that welcome wide open," is both a political and poetic act. The artist re-maps the island, identifying a series of places—conceived as temporary rooms—and experimenting with new forms of inhabitation, where ancient knowledge and magic intertwine, and differences and contaminations coexist. This process establishes an emotional bond with the territory and its inhabitants, fostering alliances, dissolving dichotomies between the wild and the domestic, the public and the private, and exploring diverse identities and corporealities.
The research unfolds through the practice of field recording, resulting in an expansion of the island’s layered soundscape. The recordings of practices activated with the inhabitants—who are invited to take part in a spontaneous magical symposium through individual and collective rituals of diffuse poetry, utopian shelter design, and exchanges of knowledge and recipes—are orchestrated into a generative archive of fertile possibilities for inhabiting the island.