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VADIM FISHKIN


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I lavori di Fishkin sono stati definiti “macchine capaci di poiesi metafisica”. Le sue opere sono effimere, immateriali e il suo lavoro è centrato sul rapporto tra il fisico e il metafisico, nella tensione di rendere visibile l’invisibile e materializzare ciò che va al di là della materia. Si tratta davvero di congegni tecnologici i quali tuttavia agiscono in termini ‘poetici’. Se l’arte di Fishkin è intimamente legata al mondo della scienza e della tecnologia, ciò non significa però che egli sia razionalista o tecnicista. Al contrario, l’artista mette in scena storie affascinanti utilizzando accorgimenti tecnologici che gli consentono di attrarre il visitatore nel mondo della scienza o della fantascienza e colma, con il suo atteggiamento poetico, quello spazio tra illusione e realtà che sta alla base della sua ricerca, e rende così ogni opera curiosa e divertente, commovente e poetica e sempre pervasa dal suo particolare senso dell’umorismo. Contestualizzando azione fisica e spazio con oggetti e idee della quotidianità, ogni sua creazione è uno stimolo a porci domande sul mondo che ci circonda. Sempre splendidi nella loro costruzione, i suoi vari progetti trascendono i loro elementi dando vita ad una nuova sostanza: l’attività.

Avendo chiesto a Vadim di creare un’opera esclusiva per Salina, egli ha pensato sia alla natura dell’isola eoliana che all’attuale sfida energetica globale. Don Quixote Pact esplora il secondo principio della termodinamica, l’entropia, in un attento accostamento tra energia creativa ed energia ricevente in un sistema chiuso tragicamente inefficiente. Le opere che l’accompagnano portano avanti il tema della gestione energetica. In Sisyphus Electronic, dove il figlio di Eolo, Sisifo, è rappresentato da un gadget casalingo, Vadim esplora la sfida per conservare l’energia. In Geo_Graphic, Vadim elabora elegantemente le forze naturali in gioco in una serie di disegni in bianco e nero. In Antipodes Islands Vadim si lancia nella terra stessa per scoprire cosa ci sarà dall’altra parte, attraversando sia lo spazio che il tempo, rifacendosi alla teoria della Relatività Ristretta. In ogni sua opera Vadim riesce a raggruppare scampoli di tecnologia, le nostre comodità, e ad attivarle in un insieme profondamente divertente che si può solo definire poetico.

Vadim Fishkin (Penza, ex-USSR 1965) si laurea in architettura a Mosca. Artista multidisciplinare, ma anche scenografo, botanico, fotografo, pirotecnico, ingegnere, inventore, geologo. Verso la fine degli anni Ottanta era già un nome di rilievo della scena dell’arte contempornea moscovita. Nel 1992 si trasferisce a Lubiana dove vive e lavora. E’ invitato alla Biennale di Venezia due volte: nel 1995 nel padiglione Russo e nel 2005 nel padiglione Sloveno. Ha partecipato a importanti manifestazioni internazionali tra cui l’IVAM di Valencia, Manifesta di Rotterdam, ZKM Karlsruhe, MART Rovereto.

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August 7

STARY MWABA