forma [fór-ma]
Chiara Metelli, romana, architetto per formazione, grande viaggiatrice per passione, è una designer poliedrica che traduce la sua esuberanza in progetti, monili, ceramiche, immagini grazie a una felice manualità e passione artigianale.
Fin dalla tesi di laurea, un omaggio all’isola di Stromboli e punto di partenza per le escursioni al cratere e l’osservazione per lo spettacolo quotidiano dell’eruzione, Chiara intuisce che la sua sarà un’architettura in cui è la natura a suggerire forme, colori e materiali. La formazione umanistica arricchisce e struttura la sua personalità creativa: il suo approccio allo studio dell’architettura è istintivo ed emozionale e produce un lessico di volumi, spazi, materiali che parlano ai sensi e richiamano agli archetipi.
L’attrazione per un mondo primitivo e sensuale è il motore dei suoi continui viaggi in Africa, Asia e America Latina alla ricerca di contatti con realtà tribali che suggeriscano nuove tecniche artigianali e altri elementi che vengono restituiti sia nel progetto architettonico sia nella creazione di gioielli e ceramiche, sempre perseguendo l’idea che l’unicità del pezzo conferisca un insostituibile valore aggiunto ad ogni oggetto. Nel 2000 nasce la prima collezione di monili cui fanno seguito produzioni sempre nuove che offrono alle tendenze della moda una proposta di ricerca curata in ogni dettaglio. Pietre trovate nei mercati dell’Asia e dell’Africa, legni pregiati, conchiglie, osso e tessuti antichi, argento e coralli si fondono in una garbata asimmetria e diventano sculture da indossare, pezzi unici che raccolgono e rielaborano suggestioni di luoghi lontani, costruiti su una sfumatura, su una forma. La produzione di ceramiche inizia nel 2003. La natura nutre l’immaginario e dall’argilla nascono forme organiche, realizzate a pollice, e geometrie pure. E poi ancora, avventurandosi nella plasticità del materiale, ecco nascere un mondo di creta che si popola di rane, camaleonti, polipi e coralli. Forme che arrivano dalle profondità del mare, superfici che evocano la plasticità delle foglie, i segni del tempo, la sensualità della natura. I colori sembrano non asciugare mai, come se tutte le ciotole, i vasi, le sculture fossero state appena ripescate dal mare.
Le creature di Chiara che finalmente compaiono in questa collezione sono come lei, in perfetto equilibrio tra irrequietezza e riflessione, sembrano immobili ma tutti i sensi sono all’erta, pronte a scattare per andare a cercare un altro luogo, un’altra avventura, altri incontri. Sembrano quasi dei fotogrammi. Viene voglia di metterli tutti in fila e farsi raccontare la storia dall’inizio alla fine. Ma ci si augura che per ora Chiara continui a viaggiare, a cercare, e fissare nelle sue immagini poetiche, a volte inquietanti, tutti i mondi che visita.
“Il viaggio è una porta attraverso la quale si esce dalla realtà nota e si entra in un’altra realtà inesplorata, che somiglia al sogno” (Guy de Maupassant)
Bon voyage, Chiara.